Coronini: "la Viola è un marchio immortale..."

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Hurricane82
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Coronini ha già in mano la Viola «Fiero di essere in una piazza storica»


Valerio Chinè
REGGIO CALABRIA
Un playmaker così non lo vedevamo da tempo. Palleggi dosati, grande visione di gioco, struttura fisica imponente e soddisfacente per coprire tre spot nel backcourt. Giovanni Coronini di Alzano Lombardo, ma cresciuto nella scuola della Mens Sana Siena, è uno degli acquisti più apprezzati dagli addetti ai lavori. Non farà mai 30 punti in una serata, anche perché rappresenta il classico giocatore d'ordine, un direttore d'orchestra che si concentra sugli aspetti tecnico-tattici meno appariscenti ma di cui ogni allenatore resta folgorato.
Nella prima uscita stagionale contro il San Filippo (tabellini di casa: Grilli 18, Caprari 14, Sereni 12, Grasso 11, Coronini 8, Politi 6, Potì 4, Smorto 2), s'è visto subito di che pasta è fatto, del resto se "Charlie" Recalcati ha fatto di tutto per portarlo con sé a Varese in A1 come terzo play, un motivo ci sarà. Giovanni, però, 26 anni e una carriera sempre a zonzo tra A Dilettanti da zona playoff e Legadue, cercava qualcosa che lo potesse rilanciare grazie al suo contributo prezioso in campo, non in allenamento.
È stato tenace a resistere a tante offerte senza un progetto, pur di attendere il segnale della della Viola, di cui l'ex coach Benedetto gli ha parlato un gran bene. «Non era facile, venivamo settimana senza un riposo – le prime parole dell'ex Ferentino dopo lo scrimmage – anche sabato mattina ci siamo allenati con tanta intensità nonostante una giornata molto afosa. Nel pomeriggio, con quel caldo infernale era difficile giocare tanti minuti. Si son viste delle buone cose, altre meno, ma era la prima partita insieme e non è molto facile trovare dei meccanismi di squadra subito. Siamo sulla buona strada».

– Squadra nuova per nove decimi, amalgama che non si può acquistare...
«Abbiamo questi venti giorni che mancano all'esordio in campionato, per sfruttare tutte le amichevoli a nostra disposizione e lavorare sodo negli allenamenti. Dobbiamo riuscire a far gruppo e trovare i giusti sincronismi nei movimenti in attacco e difesa, conoscerci meglio in generale. Confido su tanti segnali positivi, poi il fatto di vivere tutti insieme è un aspetto aiuta ad accelerare il processo di amalgama».

– Prima volta a Reggio Calabria, ormai al terzo campionato consecutivo in B. Dopo la sconfitta alla "bella" della finale nello scorso anno, è chiaro che tutti anelano al riscatto e al salto di categoria.
«La Viola è sempre stata una piazza storica, quando ho detto ai miei ex compagni o amici, "vado a giocare a Reggio Calabria", quasi tutti mi hanno chiesto "vai a giocare alla Viola?". Significa che questo marchio è ormai immortale, lo conoscono tutti, nonostante negli ultimi anni la squadra si sia allontanata dal grande basket. Mi inorgoglisce questa cosa, non vedo l'ora di cominciare, la squadra nel complesso mi sembra buona ma anche altre squadre sono ben attrezzate, vediamo cosa ne verrà fuori, capisco che per una società blasonata sia importante tornare presto ai livelli più congeniali».

– I tifosi smaniano, sabato nella vostra palestra quasi un centinaio di curiosi, niente male.
«L'entusiasmo è fondamentale nello sport. Vedere questa bella cornice di pubblico in una sfida senza appeal e in condizioni ambientali tutt'altro che allettanti è una gran cosa. Spero che nel bene e nel male ci siano sempre vicini, ma anche noi siamo consapevoli che solo con le vittorie potremmo alimentare sempre più questo entusiasmo».
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