storie di quotidiana omosessualità
Inviato: 08/01/2012, 17:38
Bufera sulle dichiarazioni shock del responsabile ai Trasporti del Comune di Lecce che dà del 'signorina' al governatore. Accusato di omofobia, spiega che "non si può passare un'anormalità per normalità perché di questo andazzo sta morendo la nostra società"
Giuseppe Ripa (Pdl)
“Tutta colpa della signorina Vendola”. Irrompe così su Facebook Giuseppe Ripa, assessore alla mobilità del Comune di Lecce. E sì che di cose da fare ne avrebbe, vista l’ennesima falsa partenza del filobus che viaggia con diversi anni di ritardo, su cui incombe una scottante inchiesta per tangenti. Ma il politico del Pdl scelto dal sindaco Paolo Perrone per governare il traffico cittadino preferisce esibirsi in una orazione pubblica sull’identità sessuale del presidente della Regione. Accusato pubblicamente di omofobia dalla vice di Vendola, Loredana Capone, nel tentativo di chiarire peggiora la sua posizione: "In natura esistono solo due tipi di generi umani: l'uomo e la donna. Il resto viene classificato scientificamente come 'turbe della psiche' patologia che rientra nelle competenze della scienza sanitaria in generale e della psicanalisi in particolare... Tutto il mio rispetto per il diverso!!! ma non si può passare un'anormalità per normalità perché di questo andazzo sta morendo la nostra società". Parole così imbarazzanti da costringere anche il sindaco Perrone a dissociarsi su Fb dal suo assessore. Troppo tardi. L'assessore attacca aprtamente il governatore della Puglia, incapace a suo dire di risolvere i problemi della Sanità pugliese dal momento che "è serio e grave e va governato da chi ha le palle, ecco perché Vendola non può farlo e ha fallito".
FOTO IL POST
L'immagine dell'intervento dell'assessore postato sulla sua bacheca sta facendo il giro dei social network corredata da un coro di proteste e commenti indignati. Come quello della stessa Capone, candidata sindaco nella città salentina. “Per lui gli omosessuali hanno turbe psichiche”. Lecce ha un assessore che pensa questo”. Con la sua dissertazione dai contenuti omofobi, Ripa si inserisce in una polemica politica alla quale partecipa attaccando il governatore sul piano personale, definendo il suo punto di vista “verità sui costumi di Vendola ironicamente sottolineati”. E sulla battuta di cui “sorridere” tornerà anche in serata, sommerso dalle critiche. “Precisiamo - continua l’assessore (tra i suoi simpatizzanti conta anche a chi sceglie per i proprio profilo il volto di Mussolini) - che la scelta di essere omosessuale l’ha fatta Vendola non io. Negare il suo essere significa o negare l’evidenza dei fatti, o è lo specchio di chi vergognandosi per tale stato estremamente scomodo, preferisce che non si parli altrimenti è un atto di lesa maestà”.
Il post è stato rimosso dall’autore, ma è rimasto online per un tempo sufficiente affinché venisse salvato e fatto circolare su Twitter e su Facebook, dove l’immagine del messaggio rimbalza da ieri pomeriggio. Un fatto che non è sfuggito a Ripa, che a tarda sera, cercando di rimediare, ammoniva discutendo con i frequentatori della sua bacheca. “Non si cerchi di alimentare una polemica stupida su una battuta ironica e satirica sul sig. Vendola e sulle sue personali abitudini, perché sarebbe la chiara evidente dimostrazione di non saper rispondere sul tema principale: la sanità. E perché si dimostrerebbe, in ultimo, di non saper neanche sorridere!”. La Rete di certo non l’ha fatto.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... ef=HREC1-6
ALTAVILLA. Un giovane, sconvolto, ha cercato di buttarsi da un cavalcavia fra le automobili della strada del Melaro. Il ventenne aveva rivelato ai suoi di essere omosessuale, ma non l'avevano presa bene: è stato salvato dall'arrivo dei carabinieri
05/01/2012 E-MAILPRINT
A
Una pattuglia di carabinieri su un cavalcavia (ARCHIVIO)
Quando i famigliari hanno reagito in malo modo alla sua confessione si è sentito crollare il mondo addosso. Ha bevuto tutto quello che gli capitava a tiro per stordirsi e trovare il coraggio di compiere quel gesto folle. Quindi ha raggiunto il cavalcavia, ha scavalcato la recinzione e si è seduto sulla sommità, intenzionato a gettarsi nel vuoto.
Un ragazzo di vent'anni ha tentato il suicidio, nel tardo pomeriggio di martedì, sul cavalcavia di Altavilla che dalla regionale 11 sorpassa strada del Melaro. L'hanno salvato alcuni automobilisti di passaggio e una pattuglia di carabinieri in borghese. A tutti ha spiegato in lacrime che la sua famiglia non accetta che lui sia omosessuale; qualche ora prima aveva trovato il coraggio di confidare ai genitori la sua scelta sessuale, ma la loro reazione lo aveva annientato dal punto di vista psicologico. Tanto da volerla far finita.
Il dramma è avvenuto intorno alle 17.15, davanti agli occhi increduli di alcuni automobilisti di passaggio. «Sono stato preso da un'angoscia fortissima - ha detto uno dei testimoni, che si è subito reso conto di quello che stava accadendo quando ha visto il giovane che scavalcava la recinzione -, che mi ha accompagnato per tutta la notte».
Il giovane, infatti, incurante del traffico, si era sistemato sopra la balaustra, a sei-sette metri almeno dalla strada sottostante, dove passavano auto e camion in velocità. In quella posizione è stato notato da parecchie persone, che si sono fermate ed hanno cercato di parlargli per convincerlo a scendere. Ma il giovane non rispondeva e guardava fisso davanti a sè, cercando la forza per quel gesto disperato. Pochi istanti dopo, mentre i presenti cercavano di bloccare il traffico e chiamare aiuto, sono passati prima un furgoncino e poi una pattuglia dei carabinieri. Un militare di esperienza ha compreso che il momento era delicato e che non si poteva perdere un attimo e con un guizzo si è arrampicato sulla recinzione ed ha afferrato il ragazzo per la giacca, convincendo con la forza a tornare al sicuro, con l'aiuto di altre persone che si erano fermate per prestare soccorso. Il carabinieri gli ha salvato la vita. «La speranza, in un caso del genere - ha raccontato il testimone - resta in quelle persone che con coraggio hanno evitato il peggio, degli "angeli custodi" anonimi, tutti noi che abbiamo cercato di aiutarlo».
Il giovane è stato riportato in strada e calmato. Successivamente è stato informato il Suem che l'ha accompagnato in ospedale per calmarlo e per sottoporlo ai primi accertamenti. Il giovane fisicamente sta bene e si è ripreso; resterà qualche giorno in osservazione.
Con i famigliari avrà modo di parlare con maggiore serenità delle sue scelte. «L'importante adesso è che si renda conto di quanto è importante la sua vita che vale moto di più di qualsiasi presa di posizione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Diego Neri
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... refresh_ce
due storie diverse, ma le ho messe in un topic perchè trattano due aspetti dello stesso problema: l'incapacità di accettare un gay.
ogni commento è superfluo, ma un pensiero va al ragazzo vicentino. forza!
Giuseppe Ripa (Pdl)
“Tutta colpa della signorina Vendola”. Irrompe così su Facebook Giuseppe Ripa, assessore alla mobilità del Comune di Lecce. E sì che di cose da fare ne avrebbe, vista l’ennesima falsa partenza del filobus che viaggia con diversi anni di ritardo, su cui incombe una scottante inchiesta per tangenti. Ma il politico del Pdl scelto dal sindaco Paolo Perrone per governare il traffico cittadino preferisce esibirsi in una orazione pubblica sull’identità sessuale del presidente della Regione. Accusato pubblicamente di omofobia dalla vice di Vendola, Loredana Capone, nel tentativo di chiarire peggiora la sua posizione: "In natura esistono solo due tipi di generi umani: l'uomo e la donna. Il resto viene classificato scientificamente come 'turbe della psiche' patologia che rientra nelle competenze della scienza sanitaria in generale e della psicanalisi in particolare... Tutto il mio rispetto per il diverso!!! ma non si può passare un'anormalità per normalità perché di questo andazzo sta morendo la nostra società". Parole così imbarazzanti da costringere anche il sindaco Perrone a dissociarsi su Fb dal suo assessore. Troppo tardi. L'assessore attacca aprtamente il governatore della Puglia, incapace a suo dire di risolvere i problemi della Sanità pugliese dal momento che "è serio e grave e va governato da chi ha le palle, ecco perché Vendola non può farlo e ha fallito".
FOTO IL POST
L'immagine dell'intervento dell'assessore postato sulla sua bacheca sta facendo il giro dei social network corredata da un coro di proteste e commenti indignati. Come quello della stessa Capone, candidata sindaco nella città salentina. “Per lui gli omosessuali hanno turbe psichiche”. Lecce ha un assessore che pensa questo”. Con la sua dissertazione dai contenuti omofobi, Ripa si inserisce in una polemica politica alla quale partecipa attaccando il governatore sul piano personale, definendo il suo punto di vista “verità sui costumi di Vendola ironicamente sottolineati”. E sulla battuta di cui “sorridere” tornerà anche in serata, sommerso dalle critiche. “Precisiamo - continua l’assessore (tra i suoi simpatizzanti conta anche a chi sceglie per i proprio profilo il volto di Mussolini) - che la scelta di essere omosessuale l’ha fatta Vendola non io. Negare il suo essere significa o negare l’evidenza dei fatti, o è lo specchio di chi vergognandosi per tale stato estremamente scomodo, preferisce che non si parli altrimenti è un atto di lesa maestà”.
Il post è stato rimosso dall’autore, ma è rimasto online per un tempo sufficiente affinché venisse salvato e fatto circolare su Twitter e su Facebook, dove l’immagine del messaggio rimbalza da ieri pomeriggio. Un fatto che non è sfuggito a Ripa, che a tarda sera, cercando di rimediare, ammoniva discutendo con i frequentatori della sua bacheca. “Non si cerchi di alimentare una polemica stupida su una battuta ironica e satirica sul sig. Vendola e sulle sue personali abitudini, perché sarebbe la chiara evidente dimostrazione di non saper rispondere sul tema principale: la sanità. E perché si dimostrerebbe, in ultimo, di non saper neanche sorridere!”. La Rete di certo non l’ha fatto.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... ef=HREC1-6
ALTAVILLA. Un giovane, sconvolto, ha cercato di buttarsi da un cavalcavia fra le automobili della strada del Melaro. Il ventenne aveva rivelato ai suoi di essere omosessuale, ma non l'avevano presa bene: è stato salvato dall'arrivo dei carabinieri
05/01/2012 E-MAILPRINT
A
Una pattuglia di carabinieri su un cavalcavia (ARCHIVIO)
Quando i famigliari hanno reagito in malo modo alla sua confessione si è sentito crollare il mondo addosso. Ha bevuto tutto quello che gli capitava a tiro per stordirsi e trovare il coraggio di compiere quel gesto folle. Quindi ha raggiunto il cavalcavia, ha scavalcato la recinzione e si è seduto sulla sommità, intenzionato a gettarsi nel vuoto.
Un ragazzo di vent'anni ha tentato il suicidio, nel tardo pomeriggio di martedì, sul cavalcavia di Altavilla che dalla regionale 11 sorpassa strada del Melaro. L'hanno salvato alcuni automobilisti di passaggio e una pattuglia di carabinieri in borghese. A tutti ha spiegato in lacrime che la sua famiglia non accetta che lui sia omosessuale; qualche ora prima aveva trovato il coraggio di confidare ai genitori la sua scelta sessuale, ma la loro reazione lo aveva annientato dal punto di vista psicologico. Tanto da volerla far finita.
Il dramma è avvenuto intorno alle 17.15, davanti agli occhi increduli di alcuni automobilisti di passaggio. «Sono stato preso da un'angoscia fortissima - ha detto uno dei testimoni, che si è subito reso conto di quello che stava accadendo quando ha visto il giovane che scavalcava la recinzione -, che mi ha accompagnato per tutta la notte».
Il giovane, infatti, incurante del traffico, si era sistemato sopra la balaustra, a sei-sette metri almeno dalla strada sottostante, dove passavano auto e camion in velocità. In quella posizione è stato notato da parecchie persone, che si sono fermate ed hanno cercato di parlargli per convincerlo a scendere. Ma il giovane non rispondeva e guardava fisso davanti a sè, cercando la forza per quel gesto disperato. Pochi istanti dopo, mentre i presenti cercavano di bloccare il traffico e chiamare aiuto, sono passati prima un furgoncino e poi una pattuglia dei carabinieri. Un militare di esperienza ha compreso che il momento era delicato e che non si poteva perdere un attimo e con un guizzo si è arrampicato sulla recinzione ed ha afferrato il ragazzo per la giacca, convincendo con la forza a tornare al sicuro, con l'aiuto di altre persone che si erano fermate per prestare soccorso. Il carabinieri gli ha salvato la vita. «La speranza, in un caso del genere - ha raccontato il testimone - resta in quelle persone che con coraggio hanno evitato il peggio, degli "angeli custodi" anonimi, tutti noi che abbiamo cercato di aiutarlo».
Il giovane è stato riportato in strada e calmato. Successivamente è stato informato il Suem che l'ha accompagnato in ospedale per calmarlo e per sottoporlo ai primi accertamenti. Il giovane fisicamente sta bene e si è ripreso; resterà qualche giorno in osservazione.
Con i famigliari avrà modo di parlare con maggiore serenità delle sue scelte. «L'importante adesso è che si renda conto di quanto è importante la sua vita che vale moto di più di qualsiasi presa di posizione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Diego Neri
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... refresh_ce
due storie diverse, ma le ho messe in un topic perchè trattano due aspetti dello stesso problema: l'incapacità di accettare un gay.
ogni commento è superfluo, ma un pensiero va al ragazzo vicentino. forza!