proviamo a rileggere l'Odissea ?

Non si vive di solo calcio...

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VitaLaif
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che figata! Grazie! :okok:
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micuzzu
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Cuminciamu a spinnare u carcioffulu na fogghia a vota ! :scratch

A metà dello Scoglio c''è una buia spelonca,
volta verso la notte, all' Erebo:

Quando Omero indica come direzione
la notte o l'Erebo significa che guarda verso il Nord.
Orbene in tutta la riviera della provincia di Reggio,
l'unico pezzo di costa che guarda a Settentrione, guarda caso, è
la costiera di Scilla. L'avete notato? :king: :thumleft
Il resto alla prossima puntata.
:D
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Guitin
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ma che bel topicccc :okok:
Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
Che ho bisogno, di qualcosa di vero
che illumini il cielo
proprio come te!!!
monella
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micuzzu ha scritto:Cuminciamu a spinnare u carcioffulu na fogghia a vota ! :scratch

A metà dello Scoglio c''è una buia spelonca,
volta verso la notte, all' Erebo:

Quando Omero indica come direzione
la notte o l'Erebo significa che guarda verso il Nord.
Orbene in tutta la riviera della provincia di Reggio,
l'unico pezzo di costa che guarda a Settentrione, guarda caso, è
la costiera di Scilla. L'avete notato? :king: :thumleft
Il resto alla prossima puntata.
:D
si si l'avevo notato anch'io :eheh:
Passiamo alla prossima foglia di carcioffulu :p:
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micuzzu
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Guitin ha scritto:ma che bel topicccc :okok:

Tind'accurgisti, finalmenti!

Non è mai troppo tardi! :salut :thumright
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micuzzu
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La dentro Scilla vive, orrendamente latrando:
la voce è come quella di cagna neonata,
ma essa è mostro pauroso, nessuno
potrebbe aver gioia a vederla, nemmeno un dio, se l'incontra.
I piedi son dodici, tutti invisibili;
e sei colli ha, lunghissimi e su ciascuno una testa
da fare spavento; in bocca su tre file i denti,
fitti e serrati, pieni di nera morte.
Per metà nella grotta profonda è nascosta,
ma spinge le teste fuori dal baratro orribile,
e lì pesca, e lo scoglio intorno intorno frugando
delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi
afferra , di quelli che a mille nutre l'urlante Anfitrite.
Mai naviganti si vantano d'averla potuta fuggire
indenni sulla nave: ghermisce con ogni testa
un uomo, afferrandolo dalla nave prua azzurra.

Qua siamo sul mito assoluto, l'introduzione di storie fantastiche serviva ad Omero
per marcare l'importanza del punto geografico
e quindi ci doveva essere qualcosa di straordinario
che rimanesse impresso nella mente di coloro che l'ascoltavano, che così memorizzavano pure le informazioni utili, contenute nella storia.
(Non dimentichiamo che la guerra di Troia fu combattuta fra il 1200 ed 1100 a.c
Successivamente una serie di leggende e di storie si tramandarono oralmente di generazione in generazione,
fino a quando nell' ottavo secolo a.c. fu stesa la prima versione scritta dell'Odissea su ordine di Pisistrato, tiranno ateniese.)
D'altronde lo stesso Omero fra le righe fa capire che Scilla nessuno l'ha vista o quasi, che si nasconde perché paurosa, ha i piedi invisibili;etc.etc.
Quindi sulla sua esistenza anche lui ha le sue riserve, anche se non mi stupirei se qualcuno dei forumini , mi segnalasse di averla beccata domenica scorsa, sulla spiaggia di Chiananea, mentre fa il pedicure ai dodici piedi (tutto è possibile, già la settimana scorsa avete visto Ulisse che faceva il bagno nudo :wink )
Sul perché , il posto sia particolarmente pericoloso, lo vedremo dopo aver fatto il corso di idrografia dello Stretto, che ci attende nelle prossime puntate.
L'unica cosa attendibile di questi versi è la seguente:
orrendamente latrando:
la voce è come quella di cagna neonata,

Questo è vero, perché è l'identico suono che fanno le onde che s'infrangono sulle scogliere di Scilla, quando il mare è in tempesta.. :okok: :okok:
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micuzzu
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:read:

(101) L'altro scoglio, più basso tu l vedrai! Odisseo,
vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpire l'altro di freccia.
Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie:
e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe!
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micuzzu
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(101) L'altro scoglio, più basso tu l vedrai! Odisseo, lo sappiamo!
vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpire l'altro di freccia. Non è vero, Omero è un cazzaro :!: :!: :!:
Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie: importante ha un valore simbolico :!:
e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe!
INTERESSANTE PER IL VALORE SCIENTIFICO DA APPROFONDIRE :!:
:roll:
Mi sa chi ccà, ieu ma cantu e ieu ma sonu :!: :?: :???: :sad: :sad: :cry: :cry:
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micuzzu ha scritto:(101) L'altro scoglio, più basso tu l vedrai! Odisseo, lo sappiamo!
vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpire l'altro di freccia. Non è vero, Omero è un cazzaro :!: :!: :!:
Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie: importante ha un valore simbolico :!:
e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe!
INTERESSANTE PER IL VALORE SCIENTIFICO DA APPROFONDIRE :!:
:roll:
Mi sa chi ccà, ieu ma cantu e ieu ma sonu :!: :?: :???: :sad: :sad: :cry: :cry:
micuzzu 'nda cantamu e 'nda sonumu ieu e ttia :eheh:

Siamo a Capo Peloro (o Punta Faro)!
e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe


Cariddi ingurgitando e vomitando l'acqua creava dei vortici potentissimi che risucchiano le navi. E' il punto infatti dove si incontrano il Mar Jonio ed il Mar Tirreno, il punto dove realmente si creano vortici provocati dall'incontro delle correnti marine.
Perchè dici che Omero è un cazzaro? Non ci troviamo nel punto in cui le due sponde sono più vicine? :scrolleye:
Ultima modifica di monella il 26/05/2011, 23:29, modificato 1 volta in totale.
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Hannibal
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Io non sono in grado di commentare un topic del genere...però mi staju scialandu mu leggiu!!! :cheers :cheers :cheers
Veramente...GRAZIE!
NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLICO, E' BELLO CIO' CHE E' PACE!

Ciao Padre Gianfry...ci mancherai tantissimo!!!
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Hannibal ha scritto:Io non sono in grado di commentare un topic del genere...però mi staju scialandu mu leggiu!!! :cheers :cheers :cheers
Veramente...GRAZIE!
Pircchi si cusì presuntusu?

Ccu tu rissi attia chi sì cchiù fissa ill' autri? :wink
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micuzzu
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beccativi stu mattuni, cusì v'imparati!
:read:


Lo Stretto di Messina è il punto di comunicazione e contatto di due grandi bacini del Mediterraneo, lo Ionio e il Tirreno.
Dal punto di vista planimetrico, rappresenta una sorta di imbuto attraverso il quale le acque del Tirreno si riversano in quelle dello Ionio e viceversa, seguendo ritmi ben precisi legati alle fasi lunari. Le due aperture del canale hanno ampiezze assai diverse, che vanno dai circa 15 km dell'imboccatura Sud (Capo d'Alì in Sicilia e punta Pellaro, in Calabria ai circa 3 km della linea Capo Peloro - Torre Cavallo).
Dal punto di vista batimetrico, invece, lo Stretto rappresenta una sorta di valico sommerso, una sella sottomarina che corre da Ganzirri, sulla costa Siciliana, a Punta Pezzo in Calabria (profondità minima 72 mt). Tale sella separa i due bacini, i cui fondali digradano verso Nord e verso Sud con pendenze assai diverse: mentre i fondali tirrenici scendono dolcemente, quelli ionici si inabissano rapidamente fino ai 1500 metri con pendenze notevolissime.
Il bacino del Tirreno e quello dello Jonio avendo diversa longitudine sono interessati a transiti lunari in orari differenti. Questo fa si che quando il Mar Tirreno presenta bassa marea al confine settentrionale dello Stretto, il contiguo Mar Ionio si trova in fase di alta marea ed il contrario avviene naturalmente al successivo cambio di marea.
Il dislivello (fino a 27 cm) che si viene a creare, determina che periodicamente le acque dell’uno e dell’altro bacino si riversino in quello contiguo.
Quando le acque a Nord della 'sella' sulla linea Ganzirri - Punta Pezzo sono in fase di alta marea, quelle a sud della stessa linea sono in fase di bassa marea: le acque tirreniche si riversano allora nello Jonio colmando tale dislivello, e la corrente in direzione nord-sud che deriva da questo fenomeno è definita 'rema scendente'.
Il flusso della scendente ribalta la situazione, innalzando la superficie del bacino ionico che, raggiunto un determinato livello, tende a riversarsi nuovamente nel Tirreno attraverso la linea Ganzirri-Punta Pezzo. Questa corrente che attraversa lo Stretto in direzione Sud-Nord è detta 'rema montante'.
Entrambi i flussi si manifestano gradualmente, non contemporaneamente in ogni punto, partendo dalle acque antistanti Capo Peloro ed estendendosi successivamente alle altre aree dello Stretto. La scendente, dal momento in cui inizia a manifestarsi al Peloro, impiega circa un ora per raggiungere Ganzirri e tra le due e le tre ore per arrivare a Messina. Allo stesso modo, anche la montante fa la sua comparsa a Capo Peloro, e solo alcune ore dopo si estende a tutto lo Stretto. In altri termini, mentre a Messina si è ancora nelle ultime due ore di montante, questa durerà ancora solo per circa un'ora a Ganzirri, mentre a Capo Peloro fa già la sua comparsa la scendente.
Più in particolare, in fase di corrente “scendente” le acque tirreniche più leggere scorrono sulle ioniche più pesanti fino a che l’intera parte centrale dello Stretto è riempita da queste acque fluenti verso Sud. All’opposto, con il predominio della corrente “montante”, acque sempre più pesanti interesseranno il centro del bacino affondando sulle acque tirreniche più leggere che, in precedenza, occupavano lo Stretto per versarsi quindi nel Tirreno una volta oltrepassata la sella. L’incontro delle due masse d’acqua (ionica e tirrenica) determina l’insorgenza di tutta una serie di fenomeni che sono ascrivibili all’instabilità dinamica che si viene a creare e che si disperde nelle ben note spettacolari manifestazioni di turbolenza; questi “disturbi” della corrente possono presentarsi con sviluppo in senso orizzontale (nel caso dei “tagli” e delle “scale di mare”) oppure verticale (nel caso di “garofali”, “bastardi” e “macchie d’olio”). Per i fenomeni del primo tipo si tratta di vere e proprie onde, simili a quelle riscontrabili al cambio di marea negli estuari, che si sviluppano quando, nel caso della montante, le acque più pesanti del Mar Ionio si precipitano contro le più leggere acque tirreniche in fase di recessione o quando, nel caso della scendente, le acque tirreniche scivolano rapidamente su quelle ioniche più pesanti, già presenti nel bacino. Queste onde di discontinuità si svilupperanno in particolari punti (Ganzirri, Torre Faro e Punta Pezzo) estendendosi nella parte centrale dello Stretto, a volte ampliandosi ed intensificandosi per l’azione dei forti venti che spingono un tipo d’acqua su un altro. Per quanto concerne, invece, i fenomeni a sviluppo verticale si tratta di veri e propri gorghi formati dall'incontro di correnti opposte e favoriti dall'irregolarità del fondo. I principali gorghi si formano comunque in punti determinati con corrente montante.

La durata: ogni fase di corrente ha la durata di sei ore; tra una fase e l'altra intercorre un intervallo ("stanca") di circa 13 minuti. Pertanto, dato che in una giornata si susseguono quattro flussi diversi di 6 ore ciascuno (scendente - montante - scendente - montante) frammezzati da quattro periodi di stanca, di giorno in giorno gli orari delle correnti saranno differiti di 52 minuti, pari a 13x4. Se oggi la scendente si è mostrata in un determinato punto alle dieci, domani vi si mostrerà alle 10 e 52. Tali orari, come già detto sono in diretta correlazione con quelli del passaggio della Luna sul meridiano del luogo, sul suo antimeridiano e sui punti intermedi.

La massima intensità delle correnti si manifesta in corrispondenza dei giorni di novilunio e plenilunio. Questo è spiegabile scientificamente con la massima forza di attrazione esercitata sulle acque dalla Luna che in quei giorni è sommata a quella del Sole con cui si trova in congiunzione o in opposizione. La massima corrente si ha nel giorno antecedente il novilunio e nei tre successivi. L'intensità diminuisce gradualmente fino ad arrivare al minimo due giorni dopo il primo quarto, per ricominciare a crescere fino ad arrivare al massimo nel giorno di plenilunio e nei due successivi. Un altro valore minimo si registra due giorni dopo l'ultimo quarto.

Per complicare quello che già di suo e complicato, va osservato che scendente e montante non sono esattamente speculari, ma hanno percorsi che variano in ragione della conformazione delle coste, che con le loro sporgenze e rientranze determinano variazioni della traiettoria della corrente dominante, proponendo curve e ostacoli tali da invertire in alcuni tratti la direzione stessa del flusso. Sia la scendente che la montante, nel loro corso, "rimbalzano" contro le coste delle due sponde, tornando indietro rispetto al flusso principale. Non è raro, in alcuni punti, trovarsi contro una corrente montante mentre in tutto il resto dello Stretto impera la scendente..

Inoltre, gli orari in cui le correnti si alternano e la loro durata sono fortemente influenzati - e spesso sconvolti - da altri agenti atmosferici, tra i quali lo Scirocco è senz'altro il più importante:infatti quando lo Scirocco che è il vento preponderante sullo Stretto si trova in opposizione di fase con la corrente del momento, la vita di un navigatore che con una piccola imbarcazione, a remi o peggio a vela affronta lo Stretto, si fa estremamente complicata.



Quannu l'aviti diggiruto, facitammillu sapiri! :yaho:
Ultima modifica di micuzzu il 27/05/2011, 22:41, modificato 1 volta in totale.
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Stu carcioffulu era propriu pisanti mio caro compagno di viaggio :eheh:
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Digerito il carciofo di ieri, mettiamo assieme le conoscenze
e cominciamo a far lavorare le meningi:

Scilla si trova a ridosso dell'allineamento Capo Peloro - Torre Cavallo, che come sappiamo è l'allineamento più stretto dell'imbuto, e quindi per l'effetto Venturi è la zona dove la corrente è più intensa.
Quindi il navigatore, proveniente da Nord , che naviga sottocosta si trova proprio in prossimità di Scilla ad essere esposto in modo improvviso e repentino, all'impetuosa corrente dello Stretto, che se combinata con un vento di segno opposto,può rendere ingovernabile un imbarcazione dell'epoca, mandandola a schiantarsi sulle rocce della costa calabra.
Pertanto la raccomandazione di Omero è la seguente: tenetevi a sufficiente distanza dalla costa calabrese.
Però non troppo perché dall'altro c'è Cariddi.
Ma di gorghi parleremo nel prossimo post. :lol: :pirata:
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Così vedete pure di cosa stiamo parlando, e la situazione diventa più chiara
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Adesso parliamo di Cariddi:
:read:
(101) L'altro scoglio, più basso tu l vedrai! Odisseo,
vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpire l'altro di freccia.
Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie:
e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe!

:book:
(235)Da una parte era Scilla, dall'altra la divina Cariddi
paurosamente ingoiava l'acqua salsa del mare;
ma quando la vomitava, come su un grande fuoco caldaia,
tutta rigorgogliava sconvolta: dall'alto la schiuma
pioveva giù, sulle cime d'entrambi gli scogli.
E quando ancora ingoiava l'acqua salsa del mare,
tutta sembrava rimescolarsi di dentro, e la roccia
rombava terribile; in fondo la terra s'apriva,
nereggiante di sabbia.(243)

(426)E a un tratto Zefiro smise di soffiare con raffiche,
e venne subito il Noto , portando angosce al mio cuore,
perchè ancora indietro verso la rovinosa Cariddi tornassi.
Tutta la notte fui trascinato, e al levarsi del sole
giunsi allo Scoglio di Scilla e all'atroce Cariddi.
Questa rumoreggiando ingoiava l'acqua salsa del mare;
ma io verso l'altissimo fico presi lo slancio
e la stetti attaccato, come una nottola, perchè non potevo
né puntellarmi saldo coi piedi, né arrampicarmi su in cima:
le radici lontane ed altissimi erano i rami,
lunghi e grossi, e ombreggiavan Cariddi.
Così senza lasciare la presa, mi tennì, finché vomitò fuori ancora
albero e chiglia; lì sospiravo, e finalmente tornarono
fuori; nell'ora che per la cena dalla piazza si toglie
chi dirime le molte liti dei contendenti,
ecco che i legni fuori da Cariddi apparvero.
Ed io staccai mani e piedi per cadere là sopra,
e in mezzo, tra le lunghe assi precipitai, con fragore;
seduto su quelle, remai con le mani.
Scilla non volle il padre dei numi e degli uomini
che mi vedesse; non scampavo, sennò, l'abisso di morte. (446) :falce:
:sailor:
Questo è quanto scrive Omero circa 3000 anni fa in tre passi differenti :salut :salut :thumleft :okok:
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Questa è la descrizione dello stesso fenomeno a quasi tremila anni di distanza
:read:
Dallo studio dei testi sulle correnti di marea sappiamo che le varie irregolarità delle sponde dello Stretto danno origini a vortici, che altro non sono che effetti del flusso e del riflusso.

L'irregolarità più significativa delle coste dello Stretto è rappresentata dallo sperone roccioso a forma di uncino, che costituisce il Porto di Messina, ed infatti i vortici più spettacolari e più pericolosi per la navigazione si formano nelle sue vicinanze.
Scrive il professor Gustavo Mazzarella in un suo studio del 1938:
"La massa d'acqua di questa zona non potendo spostarsi per varie cause, gira su se stessa e nell'interno di essa si formano i vortici i quali hanno il senso di rotazione costante a secondo della località.
Il moto rotativo aumenta sempre in velocità e al centro della depressione si forma un buco che spesse volte è coperto dalla spuma; dopo alcuni
secondi la velocità diminuisce le onde radiali si abbassano il buco si restringe e resta solo la spuma. I vortici possono avere un diametro che varia da 1OO a 120 centimetri.
Lo spettacolo è maestoso; dappertutto vortici che si formano e scompaiono tra onde spumeggianti, strisce di acqua liscia che trascinano nei vortici. Si sfugge ad uno e si è attirati da un altro.
Si ricorda intanto che i vortici pericolosi sono quelli che si formano sulla costa sicula presso la spiaggia di S. Ranieri tra il faro o la lanterna e il faro piccolo o lanternino fino a qualche centinaio di metri al largo e quelli di Torre Faro o Capo Peloro a circa 200-300 metri dalla spiaggia.
Questi ultimi sono quelli che nell'antichità erano chiamati vortici di Cariddi, mentre sulla costa calabra si formano vortici pericolosi a qualche centinaio di metri al largo di Punta Pezzo.
I vortici detti di Cariddi, quelli di S.Ranieri e di Punta Pezzo al massimo della loro intensità costringono le piccole imbarcazioni a starsene lontano. Detti vortici nei pressi di ognuna delle località indicate si formano numerosi su una superficie in rotazione della lunghezza e larghezza di circa 1OO metri i quali in principio sono piccoli poi crescono raggiungendo la fase massima che dura circa una quarantina di minuti e diminuendo
poi a poco a poco la velocità scompaiono; con la calma di vento il buco di questi vortici può essere anche di 100-120 centimetri, col vento forte anche di più.
Si fa notare che con la montante, cioè con le correnti che provengono dal mar Jonio, si formano i vortici pericolosi di Punta Pezzo e di Cariddi e quelli di minori dimensioni di Torre Cavallo, della marina di San Gregorio e di Scilla.
Con la corrente scendente invece si hanno i vortici non sempre pericolosi al largo di Punta Sottile e quelli assai violenti a S. Ranieri .
I vortici di Cariddi si formano in media 10 minuti prima dell'ora di bassa marea a Capo Peloro e quelli di Punta Pezzo 30-40.
I vortici di S. Ranieri invece si manifestano mezz'ora circa dopo l'alta marea a Capo Peloro.
I vortici e le correnti che si verificano a Scilla e a Capo Peloro, altro non sono che effetti dello svolgimento delle maree,
fenomeno qui particolare dovuto alla limitata larghezza dello Stretto.
Si fa ancora notare che nello Stretto vi sono quattro inversioni di correnti in un giorno lunare, cioè 24 ore e 50 minuti."
:ok: :nar:
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Signori la musica è finita; il cantastorie non ha più voce e va a riposarsi un poco! :gnegne: :beer2:
Adesso tocca a voi trovare le analogie e sopratutto le DIFFERENZE fra i due racconti e spiegarne il perché : :yaho: :yaho:
BUON DIVERTIMENTO :thanks: :brav: :brav: :brav: : :ciau: :ciau: :ciau: :biker:
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Visto che ci siamo presi un paio di giorni per riflettere vediamo un pò quali sono le differenze fra quello che dice Omero e quello che scrivono i nostri contemporanei. :read:
La prima cosa che balza agli occhi è che Omero dice che i vortici di Cariddi avvengono 3 volte al giorno , mentre in realtà si formano 4 volte
nell'arco delle 24 ore. :scratch
Che mi dite ? Come mai questa differenza?
Qualcuno ha idea del perché? :sailor:
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