SONDAGGIO BIRRA

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QUALE BIRRA PREFERITE

Sondaggio concluso il 27/07/2013, 17:31

GUINNES
3
38%
BECK'S
2
25%
HEINEKEN
1
13%
DREHER
0
Nessun voto
PERONI
0
Nessun voto
NASTRO AZZURRO
1
13%
MORETTI
1
13%
CORONA
0
Nessun voto
BAVARIA
0
Nessun voto
SAN MIGUEL
0
Nessun voto
 
Voti totali: 8
DNAamaranto
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ho testato la beck's stasera ottima birra anche questa.. ... 5% di tasso alcoolico .... mi ncugnai tri arancini fatti in casa ...è ora staiu sculandu i sudura ...ma ne è valsa la pena.
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goldenboy
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Beck's... :beer:
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Z1pp0
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Ma dove sono le birre da votare?Ah, quelle....acqua colorata :???:

1° Cantillon Lambic 100% Bio
2° Brewfist Green Petrol - Schneider Weisse Tap 5 - Extraomnes Migdal Bavel - Cantillon Rosé de Gambrinus (parimerito)
3° Revelation Cat F.R.E.S.H.

Di questa classifica fanno parte ben 3 birre italiane, il mondo artigianale italiano sta crescendo in maniera molto importante.

Ovviamente la mia classifica è sempre variabile. Al momento, dopo un periodo di adorazione totale delle Weisse, sono passato alle superluppolate e al meraviglioso mondo del Lambic.

Vi consiglio di fare un salto da Malto Gradimento e assaggiarne qualcuna,sia in bottiglia che alla spina, e vedrete che non darete più un centesimo alle varie birre industriali. :wink
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Me l'ha detto una gitana,
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Ma io non l'ascolterò,
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DNAamaranto
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Z1pp0 ha scritto:Ma dove sono le birre da votare?Ah, quelle....acqua colorata :???:

1° Cantillon Lambic 100% Bio
2° Brewfist Green Petrol - Schneider Weisse Tap 5 - Extraomnes Migdal Bavel - Cantillon Rosé de Gambrinus (parimerito)
3° Revelation Cat F.R.E.S.H.

Di questa classifica fanno parte ben 3 birre italiane, il mondo artigianale italiano sta crescendo in maniera molto importante.

Ovviamente la mia classifica è sempre variabile. Al momento, dopo un periodo di adorazione totale delle Weisse, sono passato alle superluppolate e al meraviglioso mondo del Lambic.

Vi consiglio di fare un salto da Malto Gradimento e assaggiarne qualcuna,sia in bottiglia che alla spina, e vedrete che non darete più un centesimo alle varie birre industriali. :wink
è logico dai ...si sa che sono decisamente migliori quelle che non trovi al supermercato....avrei potuto anche mettere ste marche ...ma non tutti le conoscono...potevo mettere la Pedavena o la Menabrea ...la .Paulaner, Spaten, Hofbra , Hacker-Pschorr, Augustiner e Lowenbrau molti non le sanno .... a meno che non siano tutti frequentatori incalliti di birrerie o bar :D
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FataMorgana
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L'Heineken che ho bevuto ad Amsterdam... spettacolo!!! :cheers

Per il resto... mi sto avvicinando alle birre artigianali che ho scoperto da poco e apprezzo molto!!! :beer2:
DNAamaranto
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FataMorgana ha scritto:L'Heineken che ho bevuto ad Amsterdam... spettacolo!!! :cheers

Per il resto... mi sto avvicinando alle birre artigianali che ho scoperto da poco e apprezzo molto!!! :beer2:

occhio che crea dipendenza :D
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Z1pp0
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DNAamaranto ha scritto:
Z1pp0 ha scritto:Ma dove sono le birre da votare?Ah, quelle....acqua colorata :???:

1° Cantillon Lambic 100% Bio
2° Brewfist Green Petrol - Schneider Weisse Tap 5 - Extraomnes Migdal Bavel - Cantillon Rosé de Gambrinus (parimerito)
3° Revelation Cat F.R.E.S.H.

Di questa classifica fanno parte ben 3 birre italiane, il mondo artigianale italiano sta crescendo in maniera molto importante.

Ovviamente la mia classifica è sempre variabile. Al momento, dopo un periodo di adorazione totale delle Weisse, sono passato alle superluppolate e al meraviglioso mondo del Lambic.

Vi consiglio di fare un salto da Malto Gradimento e assaggiarne qualcuna,sia in bottiglia che alla spina, e vedrete che non darete più un centesimo alle varie birre industriali. :wink
è logico dai ...si sa che sono decisamente migliori quelle che non trovi al supermercato....avrei potuto anche mettere ste marche ...ma non tutti le conoscono...potevo mettere la Pedavena o la Menabrea ...la .Paulaner, Spaten, Hofbra , Hacker-Pschorr, Augustiner e Lowenbrau molti non le sanno .... a meno che non siano tutti frequentatori incalliti di birrerie o bar :D
Di queste che hai scritto te ne dò per buone 2, anzi 3 dai :D :D :wink

Il paragone che faccio sempre a mio padre(grande estimatore di vino) quando a tavola di tanto in tanto beve la peroni o la moretti è che le birre industriali stanno alle birre artigianali come il tavernello sta ai grandi vini.

Vi invito a leggere quest'articolo

Visita a Stella Artois, o di come le multinazionali concepiscono la birra


Nel programma previsto dall’Ente del Turismo delle Fiandre per il mio recente viaggio in Belgio era inserita anche una visita agli impianti di Stella Artois. Vi assicuro che fino all’ultimo sono stato indeciso sul da farsi: in definitiva perché perdere un paio di ore di Zythos per girarmi in lungo e in largo un grande birrificio industriale? Poi ragionando sul tempo che avrei comunque speso al festival e sull’importanza che riveste Stella Artois per la città di Lovanio, ho deciso di seguire il programma. A posteriori devo ammettere che è stata una scelta vincente, perché ho potuto approfondire il mio rapporto con la birra delle multinazionali e scoprire aspetti sempre importanti. È così che la mattina sabato 27 mi sono ritrovato insieme a una decina di curiosi davanti ai cancelli dell’azienda, pronto a seguire con attenzione il tour guidato alla fabbrica. Nel post di oggi vi racconterò la mia gita e il modo spesso aberrante con il quale l’industria concepisce la birra.
A condurre la nostra visita c’era un simpatico dipendente dell’azienda, indubbiamente un po’ là con gli anni ma estremamente professionale. Prima ancora di entrare nei padiglioni della sede, ci ha raccontato la storia del marchio Stella Artois, in particolare di come è diventato – attraverso accordi e acquisizioni – il fautore del più grande gruppo birrario del mondo. Quella multinazionale si chiama oggi AB Inbev e la sua genesi è stata raccontata anche su queste pagine, almeno relativamente alle ultime tappe della sua evoluzione. Tutto partì secoli fa dal birrificio Den Horen (“il corno”) di Lovanio, il cui head brewer divenne nel 1708 Sebastian Artois. Il marchio cambiò nome in Stella Artois, con esplicito riferimento al prodotto più famoso del birrificio, realizzato per le festività natalizie. Dagli anni ’60 l’azienda iniziò una serie di acquisizioni, creando l’agglomerato Interbrew, che poi divenne InBev quando si fuse con la brasiliana AmBev.

Il resto della storia fa parte degli ultimissimi anni. La vicenda più importante fu l’acquisizione della statunitense Anheuser-Busch, che trasformò la multinazionale nel protagonista più importante del mercato birrario mondiale. Non senza un certo sarcasmo la nostra guida ci ha raccontato alcuni retroscena (più o meno veritieri) dell’accordo: gli americani cercarono di resistere alle pressioni dei belgi, ma poi cedettero di fronte a un’offerta di 52 miliardi di dollari. Tuttavia per giungere all’accordo finale Inbev dovette accettare la presenza dell’aquila nel logo della nuova società e la precedenza delle iniziali di Anheuser-Busch nella nuova denominazione sociale. Fu così che si arrivò al nome AB Inbev e all’attuale logo con il volatile simbolo degli USA. Era il 2008 e anche Cronache di Birra riportò la notizia della fusione, così come la successiva acquisizione del gigante messicano Modelo (quelli della Corona).
Questa storia serve anche per offrirvi un indizio sulle dimensioni degli impianti di Stella Artois, situati non lontano dalla stazione centrale di Lovanio (e dunque dal centro della città). Considerate che ogni giorno vengono realizzati la bellezza di 20.000 ettolitri di birra, praticamente il doppio di quanto producono in un anno i maggiori birrifici artigianali italiani. Ogni cosa all’interno del birrificio è dunque enorme, a partire dalla sala cotte, davvero impressionante. Tuttavia non sono tanto le dimensioni a colpire – beh, chiaramente anche quelle – quanto piuttosto il modo in cui si concepisce la birra. Affermare che tutto il processo è paragonabile a quello di una fabbrica automatizzata è facile e anche un po’ fuorviante. Non perché non lo sia, ma perché si perdono alcuni aspetti fondamentali legati al concetto di birra.

Rimanendo ad esempio nella suddetta sala, su una delle pareti sono presenti alcune illustrazioni che schematizzano l’iter della produzione brassicola. Ebbene, il primo passaggio riguarda l’ammostamento del mais. Non del malto d’orzo, badate bene, ma del mais, cioè di uno di quei surrogati ai quali l’industria è solita ricorrere per abbassare i costi produttivi. Che questo stratagemma venga ritenuto fondamentale nel processo brassicolo è già di per sé allucinante, ma questo è niente rispetto alla naturalezza con la quale la nostra guida ci ha spiegato le meraviglie organolettiche che il mais è in grado di regalare ai nostri palati. E non sto scherzando…
Dopo essere passati per una stanza che ospita i filtri di Stella Artois – come ho scritto su Twitter ognuno di essi poteva tranquillamente essere confuso con l’acceleratore a particelle del Cern :P – abbiamo fatto capolino nella sala di fermentazione, ancora più sconvolgente della precedente. Si tratta di un padiglione intero nel quale scorre un’infinità di tubi (sembrava di essere in un sommergibile) e dove dominano la scena dei giganteschi fermentatori. Come fossero degli iceberg invertiti, di questi ultimi apparecchi erano visibili solo le parti finali, a forma di cono rovesciato. Il resto dei fermentatori si innalza infatti per altri 70 metri, quindi ben oltre l’altezza della sala stessa.

Ma se parliamo di dimensioni, la parte più impressionante è quella destinata al confezionamento, almeno in termini di superficie occupata. Questa zona (definirla “sala” è riduttivo) è davvero sconfinata e i limiti non erano minimamente visibili dalla nostra postazione rialzata. Siamo riusciti ad ammirare due delle linee di imbottigliamento di lattine e bottiglie, seguendo ipnotizzati il viaggio dei contenitori sui diversi nastri trasportatori. Interessante la parte relativa alla pastorizzazione del prodotto, decisamente più invasiva per le lattine che per le bottiglie.
Il nostro tour si è concluso nella sala di mescita, dove ci è stato servito un bicchiere di Stella Artois – speravo in una versione non filtrata o non pastorizzata, ma mi sono dovuto ricredere. A quel punto aveva una tale voglia di correre allo Zythos che la birra mi è sembrata quasi gradevole, sentori di mais a parte.
La visita si è conclusa così, ma c’è un dettaglio abbastanza sconvolgente, che dovrebbe farvi comprendere cosa significa birra industriale. Su precisa domanda, a un certo punto la nostra guida ci ha rivelato che negli impianti di Lovanio vengono realizzate solo due ricette, a fronte però di un gran numero di diverse birre prodotte – ovviamente Stella Artois, ma anche diverse Leffe e via dicendo. Come si conciliano le due cose? Nel modo più incredibile: le due ricette prevedono un alto livello di gradi plato (quindi alcolico) e vengono diluite con acqua per ottenere la birra desiderata. Parallelamente sono aggiunti aromi vari per raggiungere il gusto ricercato. Traetene voi le conclusioni…
La gita è stata dunque molto preziosa per ribadire l’attenzione delle multinazionali per il concetto di qualità nella birra. I meccanismi che si instaurano a certi livelli sono così lontani da un’idea genuina di processo brassicolo che è impossibile non chiedersi cosa abbia a che fare il risultato finale con l’idea di birra. Tali aspetti vengono giustificati dagli industriali affermando che per volumi tanto grandi non esistono alternative. Ma è fin troppo evidente che si tratta di una semplice scusa, un modo per liquidare velocemente la faccenda.
Le multinazionali del settore sono quanto di più lontano dall’idea di birrificio artigianale. Il loro stesso concetto di birra è totalmente differente da una sua concezione naturale. Chiaramente ognuno è libero di intendere questo settore nel modo che preferisce, ma non si possono tacere le immense differenze che esistono tra birra artigianale e industriale. Non è e non sarà mai “la stessa identica bevanda”, così come l’industria non potrà mai capire le peculiarità dei microbirrifici e la passione che guida i relativi birrai. Quando ci ha provato, è perché voleva semplicemente spremere le risorse del movimento artigianale. Esattamente come ha dimostrato la storia birraria di Lovanio.

http://www.cronachedibirra.it/viaggi/77 ... -la-birra/
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bhè c'è da dire però che in Italia il mercato della birra artigianale non raggiunge nemmeno il 10% e ben pochi ne conoscono l'esistenza e le caratteristiche...poi la birra artigianale cmq non subisce la filtrazione e pastorizzazione...cosa che invece accade con la birra industriale....filtrando la birra prima di essere imbottigliata o infustata si eliminano tutte le parti di lievito presenti........la birra artigianale contenendo particelle di lievito continua a fermentare anche una volta che è messa nelle bottiglie creando un prodotto a volte non sempre eccezionale.... la birra artigianale comunque ha dalla sua ...l'assoluta mancanza di conservanti ....è magari ha un gusto piu' pronunciato. cmq io non mi sbilancerei piu' di tanto.... ognuna ha i suoi pro e i suoi contro. poi che la birra artigianale sia piu' saporita e piu' buona da bere sono anche d'accordo. ma la birra industriale non è così male .......ci sono alcune birre ..davvero ottime.
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DNAamaranto ha scritto:bhè c'è da dire però che in Italia il mercato della birra artigianale non raggiunge nemmeno il 10% e ben pochi ne conoscono l'esistenza e le caratteristiche...poi la birra artigianale cmq non subisce la filtrazione e pastorizzazione...cosa che invece accade con la birra industriale....filtrando la birra prima di essere imbottigliata o infustata si eliminano tutte le parti di lievito presenti........la birra artigianale contenendo particelle di lievito continua a fermentare anche una volta che è messa nelle bottiglie creando un prodotto a volte non sempre eccezionale.... la birra artigianale comunque ha dalla sua ...l'assoluta mancanza di conservanti ....è magari ha un gusto piu' pronunciato. cmq io non mi sbilancerei piu' di tanto.... ognuna ha i suoi pro e i suoi contro. poi che la birra artigianale sia piu' saporita e piu' buona da bere sono anche d'accordo. ma la birra industriale non è così male .......ci sono alcune birre ..davvero ottime.
Punti di vista. Io la birra industriale non riesco a considerarla proprio birra(e ne ho bevuta tantissima fino a quando un po' di anni fa ho conosciuto la magia delle birre artigianali) quindi non mi sbilancio perché non accetto il paragone ;)

Poi ovviamente ognuno è libero di pensare ciò che vuole. :thumright
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ovviamente, quoto zippo al 100%. l'unica delle birre del sondaggio che, di tanto in tanto (in tanto in tanto) bevo è la dreher. non so perchè, ma è l'unica che, dopo averla finita, non mi fa rimpiangere l'euro speso. ma si parla di meno di una ogni 10
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bè certo ragazzi... ognuno col palato suo ci fa quello che vuole :D .... io non ho esigenze particolari ..... per me una buona birra puo' essere anche comprata in un chiosco .... una bella birra alla spina ...congelata .. ...per me va bene.
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DNAamaranto ha scritto:
FataMorgana ha scritto:L'Heineken che ho bevuto ad Amsterdam... spettacolo!!! :cheers

Per il resto... mi sto avvicinando alle birre artigianali che ho scoperto da poco e apprezzo molto!!! :beer2:

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E soprattutto... panza!!! :lol:
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tennents super, Demon, ultimamente sto sperimentando anche le Weissbier ...buone
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

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FataMorgana ha scritto:
DNAamaranto ha scritto:
FataMorgana ha scritto:L'Heineken che ho bevuto ad Amsterdam... spettacolo!!! :cheers

Per il resto... mi sto avvicinando alle birre artigianali che ho scoperto da poco e apprezzo molto!!! :beer2:

occhio che crea dipendenza :D
E soprattutto... panza!!! :lol:
su una donna ...un po' di pancetta è sexy ... ( certo non come galeazzi ) :D
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Lixia ha scritto:tennents super, Demon, ultimamente sto sperimentando anche le Weissbier ...buone

tu ti sciali o trentinu ..... la birra filtra nell'aria...
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DNAamaranto ha scritto:
su una donna ...un po' di pancetta è sexy ... ( certo non come galeazzi ) :D
:o.o:

Mamma mia quante cose che si imparano su 'sto forum!!! :mrgreen:

Appostusimu... :cheers
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DNAamaranto ha scritto:
Lixia ha scritto:tennents super, Demon, ultimamente sto sperimentando anche le Weissbier ...buone

tu ti sciali o trentinu ..... la birra filtra nell'aria...
e non sai la sgnappa!!!! a fiumi!!!!
:beer:
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Lixia ha scritto:
DNAamaranto ha scritto:
Lixia ha scritto:tennents super, Demon, ultimamente sto sperimentando anche le Weissbier ...buone

tu ti sciali o trentinu ..... la birra filtra nell'aria...
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....che entusiasmo !!! partisti chi eri na brava figghiola....diventasti alcolizzata .... :D
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Trappister rochefort (10), birra gjulia e le trappe quadrupel.

Tra quelle del sondaggio la tennent's.
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DNAamaranto ha scritto:

....che entusiasmo !!! partisti chi eri na brava figghiola....diventasti alcolizzata .... :D
el vim l'è bom ...la sgnappa de pù !!!!

hahahahha

che poi sgnappa viene da shnaps che sarebbe poi la grappa in tedesco


hmmm che grappini qui , una volta sono andata a visitare un distilleria famosa qui ...bellissimi gli alambicchi giganteschi!
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