Bronzi di Riace a Milano durante l'Expo?

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kurohata
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chicugino ha scritto:
sognatore82 ha scritto:l'economia locale ? i soldi che arrivano al museo che fine faranno? perchè io abitante di reggio calabria non ho mai ricevuto quest'economia...

comunque meglio che non si son fatti la passeggiata con sgarbi perchè ndi bastau a società di capitali che si fici la marini con scopelliti sempre a danno dei cittadini
apriti un bar un ristorante o un negozio di prodotti tipici vicino al museo è riceverai un po di questa economia. Oppure affitta i pullman per i turisti o apriti un b&b
apriti un bar, un ristorante, un negozio di prodotti tipici, in centro, proprio vicino al museo, oppure affitta un un pulman per i turisti o apriti un b&b.. e chi nci voli? spetta chi mi iasai ora, mi pigghiu u cafè e poi mi iapru nu ristoranti, cincu minuti
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Non si può fare altro che prendere atto della decisione di "non trasportabilità" della Commissione ed accettarla di buon grado in nome della sicurezza e della preservazione delle statue (mi spiegassero, però, come hanno fatto a trasportarle a Firenze negli anni '70... vista la "non trasportabilità" non sarebbe stato più opportuno allestire un laboratorio di restauro qui?)

Per lo meno questa decisione ci leva da altri imbarazzi. Sorrido quando si parla dei "nordisti" come bambini viziati e addirittura di "senso di inferiorità" che alcuni di noi hanno nei loro confronti... Stiamo parlando di un museo che ha ospitato 114.730 visitatori in 7 mesi (Gennaio-Luglio '14 - a detta della Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria) contro una manifestazione che in 6 mesi (si stima) ospiterà 21.000.000 di visitatori... ventunomilioni! Senza contare il risalto su tv, internet, social e blablabla.

Se poi vogliamo invece di ragionare seriamente sui numeri vogliamo farne un discorso di campanilismo allora è tutta un'altra storia. E potrebbe anche starmi bene. Per esempio io vorrei che lo stretto si chiamasse Stretto di Reggio.
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chicugino
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Ma pure che i bronzi permettono di far guadagnare 1 euro a una famiglia reggina lo preferisco ai 21 milioni di euro dell expo e alla faccia compiaciuta di sgarbi e Maroni che quando c'è da sparare a zero sul sud non si tirano indietro. Che poi sti milioni secondo voi andavano alla città e a noi cittadini o nelle famose casse della regione Calabria? E poi Puff spariti....
Mi vannu mi cacanu... che si strappano pure l affresco di Leonardo da santa Maria delle Grazie e lo portino ai padiglioni dell expo.... tanto sono pochi km... non c'è nessun rischio.... è tutta la Lombardia che ci perde se non lo portano..... e altre strunzate di politici e lucca culo che con la vicenda bronzi cercavano di coprire un expo che si preannuncia fallimentare....
Va a lavurar lumbard!
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Mave
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ieri sera a virus dopo Renzi è intervenuto Sgarbi, dopo un po ho capito perché Renzi se ne è andato correndo prima che entrasse Sgarbi :lol:

il critico d'arte ha detto che la non trasportabilità è una cazzata derivata dalle frasi di Renzi che diceva che non c'era bisogno di spostare i bronzi per l'Expo, semmai di farlo solo per mandarli all'estero, quindi tutti hanno votato parere negativo per colpa di Renzi :lol:
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_naka
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cmq campanilismo a parte, come è possibile che nel 2014 delle statue non siano trasportabili da una città all'altra....suvvia, mi pare una forzatura e una cosa + politica che altro.
PIU' VIVO PIU' TI AMO ! Tu sempre tu ,canterò sempre di più !! Ho visto la reggina mi sono innamorato e non la lascerò mai più !
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spiny79
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teniamoli qui a RC (città metropolitana e turistica) per altri 40 anni a fare la muffa...
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chicugino
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spiny79 ha scritto:teniamoli qui a RC (città metropolitana e turistica) per altri 40 anni a fare la muffa...
Si, li teniamo qui. Per la muffa non credo si formerà visto che sono attivi i filtri per entrare a visitarli
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Meditate:

http://www.huffingtonpost.it/michele-st ... _ref=italy

Sembra finalmente giunta a conclusione la lunga questione sul possibile spostamento dei Bronzi di Riace a Milano, in occasione dell'Expo 2015. La commissione dei tecnici riuniti dal Ministro Franceschini è stata chiara: microfessure, problemi di tenuta strutturale e un indebolimento generale dei due capolavori dell'Antichità impongono la massima prudenza, e la rinuncia al viaggio. Immediata la reazione di chi più di tutti appoggiava l'esposizione milanese delle statue, Vittorio Sgarbi e Roberto Maroni: "Decisione politica, e danno economico per la stessa Calabria, che avrebbe potuto guadagnare fino a 50 milioni (!) dal trasferimento".

Al di là dei giudizi politici, e lasciando da parte per un attimo l'opportunità di liquidare così la relazione di un gruppo di persone che di archeologia e restauro hanno una certa esperienza (da Giuliano Volpe alla Soprintendente Bonomi, alla direttrice dell'ISCR Capponi, fino a De Caro (ICCROM), Malfitata (CNR), De Canio (ENEA) e Zanardi (Università di Urbino), colpisce il lungo strascico dell'affaire Bronzi, attraverso i canali dei vecchi e nuovi media, dalla stampa ai social. Chi plaude alla decisione riaprendo vecchie ferite da 'Questione Meridionale', convinto che il trasferimento delle due statue sarebbe stato un nuovo 'scippo' del Settentrione ai danni del Sud impoverito, si scontra con i nuovi fanboys dell'equazione petrolio=cultura, convinti che i Beni Culturali abbiano bisogno di manager da fast-food, e che ogni idea in grado di trasformare un reperto in denaro sonante, meglio se improntata a modelli di esterofilia spinta, vada accolta con venti minuti di applausi e tanto di inchino.
e, visto il parere dei tecnici, la questione è di per sé nulla e, con buona pace di chi desiderava il contrario, i due Bronzi resteranno al Museo di Reggio Calabria, vale forse la pena di riflettere su due punti. In primo luogo, la valorizzazione del Patrimonio: decine di esempi di mala gestione dei Beni Culturali, in Italia, hanno spinto molti (finalmente!) a considerare l'immenso spreco che si consuma quotidianamente nel nostro Paese, e a prendere consapevolezza del fatto che la nostra grande ricchezza, unica e inimitabile, si concentra nelle chiese e nei Musei, nelle necropoli e nei centri storici, nella campagne e nel sottosuolo, e perfino sul fondo del mare.

Tutti ricordano il momento in cui, durante l'ultimo viaggio all'estero, si sono accorti di come, fuori, un patrimonio più misero del nostro fosse in grado di generare ricchezza. Nessuna obiezione, parole sacrosante. L'importante, però, è tenere presente che il patrimonio, come il tanto abusato petrolio della metafora standard, non è inesauribile, e che, anzi, se non si provvede con decisione alla sua tutela, si consuma rapidamente. Si tragga denaro dall'esposizione delle statue, certo, a patto che questo non ne comprometta la conservazione. Si ascolti pure la lezione del manager di turno, che promette di portare a Pompei il 10, il 20 o il 30% di visitatori in più; a patto di riflettere (e assumersi responsabilità chiare) sui limiti e gli equilibri di un sito delicatissimo, e sulla sua capacità di accogliere turisti senza patire un degrado che, ohibò, potrebbe avere costi decisamente superiori ai ricavi nati dall'aumento di biglietti staccati.

E poi, per tornare alla querelle reggina. In tanti lamentano il fatto che i Bronzi, a Reggio, sono fruibili solo da un limitato numero di visitatori. "Colpa di questo strano Paese stretto e lungo, dell'autostrada infinita che da Salerno porta a Villa San Giovanni, e di collegamenti difficili, difficilissimi", la cantilena è standard. Eppure, verrebbe da chiedersi: ammesso che un Roma-Reggio non è un viaggio iper-facile come un Roma-Milano, cosa renderebbe la Calabria così inaccessibile? I voli quotidiani che collegano la punta d'Italia con le città del Nord costano un centinaio di euro e impiegano un'oretta. Possibile che gli Italiani, popolo di santi, poeti e soprattutto navigatori, che d'estate si fiondano in mezzo mondo e d'inverno popolano le Maldive, la Thailandia e i quattro angoli del pianeta, avvertano come irraggiungibile l'Italia a sud di Eboli? E' davvero valido l'alibi di chi dice di sentirsi privato di un capolavoro italiano (solo perché pescato in Italia, ammettiamolo) perché si decide di custodirlo vicino al luogo di rinvenimento, e poi magari visita gli Stati Uniti in una settimana, il Messico in cinque giorni, e la Turchia in quattro, con soggiorno a Istanbul, fuga di un giorno a Pamukkale (1200 km a/r) e fuga di massimo due per vedere la Cappadocia in mongolfiera (1500 km a/r, la metà su superstrada)?

Forse il veto al trasferimento dei Bronzi non è un danno, ma un'occasione: forse vale davvero la pena, visto il richiamo dei due capolavori, di pianificare qualche giorno in Calabria, e scoprire che in quel Museo così vuoto, o davanti alla stupenda Cattolica di Stilo, ai resti sul mare dell'antica Kaulonia, e all'infinità di siti, grandi e piccoli, di quella terra che ha attratto i Greci colonizzatori, e che ha vissuto decine di dominazioni nel corso dei secoli, si può provare davvero un'emozione unica. E sentirsi orgogliosi di un Paese che, da un estremo all'altro, contiene la più alta concentrazione di tesori prodotti dall'umanità.
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Mave ha scritto:ieri sera a virus dopo Renzi è intervenuto Sgarbi, dopo un po ho capito perché Renzi se ne è andato correndo prima che entrasse Sgarbi :lol:
identica cosa che ho pensato io.
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chicugino ha scritto:Meditate:

http://www.huffingtonpost.it/michele-st ... _ref=italy

Sembra finalmente giunta a conclusione la lunga questione sul possibile spostamento dei Bronzi di Riace a Milano, in occasione dell'Expo 2015. La commissione dei tecnici riuniti dal Ministro Franceschini è stata chiara: microfessure, problemi di tenuta strutturale e un indebolimento generale dei due capolavori dell'Antichità impongono la massima prudenza, e la rinuncia al viaggio. Immediata la reazione di chi più di tutti appoggiava l'esposizione milanese delle statue, Vittorio Sgarbi e Roberto Maroni: "Decisione politica, e danno economico per la stessa Calabria, che avrebbe potuto guadagnare fino a 50 milioni (!) dal trasferimento".

Al di là dei giudizi politici, e lasciando da parte per un attimo l'opportunità di liquidare così la relazione di un gruppo di persone che di archeologia e restauro hanno una certa esperienza (da Giuliano Volpe alla Soprintendente Bonomi, alla direttrice dell'ISCR Capponi, fino a De Caro (ICCROM), Malfitata (CNR), De Canio (ENEA) e Zanardi (Università di Urbino), colpisce il lungo strascico dell'affaire Bronzi, attraverso i canali dei vecchi e nuovi media, dalla stampa ai social. Chi plaude alla decisione riaprendo vecchie ferite da 'Questione Meridionale', convinto che il trasferimento delle due statue sarebbe stato un nuovo 'scippo' del Settentrione ai danni del Sud impoverito, si scontra con i nuovi fanboys dell'equazione petrolio=cultura, convinti che i Beni Culturali abbiano bisogno di manager da fast-food, e che ogni idea in grado di trasformare un reperto in denaro sonante, meglio se improntata a modelli di esterofilia spinta, vada accolta con venti minuti di applausi e tanto di inchino.
e, visto il parere dei tecnici, la questione è di per sé nulla e, con buona pace di chi desiderava il contrario, i due Bronzi resteranno al Museo di Reggio Calabria, vale forse la pena di riflettere su due punti. In primo luogo, la valorizzazione del Patrimonio: decine di esempi di mala gestione dei Beni Culturali, in Italia, hanno spinto molti (finalmente!) a considerare l'immenso spreco che si consuma quotidianamente nel nostro Paese, e a prendere consapevolezza del fatto che la nostra grande ricchezza, unica e inimitabile, si concentra nelle chiese e nei Musei, nelle necropoli e nei centri storici, nella campagne e nel sottosuolo, e perfino sul fondo del mare.

Tutti ricordano il momento in cui, durante l'ultimo viaggio all'estero, si sono accorti di come, fuori, un patrimonio più misero del nostro fosse in grado di generare ricchezza. Nessuna obiezione, parole sacrosante. L'importante, però, è tenere presente che il patrimonio, come il tanto abusato petrolio della metafora standard, non è inesauribile, e che, anzi, se non si provvede con decisione alla sua tutela, si consuma rapidamente. Si tragga denaro dall'esposizione delle statue, certo, a patto che questo non ne comprometta la conservazione. Si ascolti pure la lezione del manager di turno, che promette di portare a Pompei il 10, il 20 o il 30% di visitatori in più; a patto di riflettere (e assumersi responsabilità chiare) sui limiti e gli equilibri di un sito delicatissimo, e sulla sua capacità di accogliere turisti senza patire un degrado che, ohibò, potrebbe avere costi decisamente superiori ai ricavi nati dall'aumento di biglietti staccati.

E poi, per tornare alla querelle reggina. In tanti lamentano il fatto che i Bronzi, a Reggio, sono fruibili solo da un limitato numero di visitatori. "Colpa di questo strano Paese stretto e lungo, dell'autostrada infinita che da Salerno porta a Villa San Giovanni, e di collegamenti difficili, difficilissimi", la cantilena è standard. Eppure, verrebbe da chiedersi: ammesso che un Roma-Reggio non è un viaggio iper-facile come un Roma-Milano, cosa renderebbe la Calabria così inaccessibile? I voli quotidiani che collegano la punta d'Italia con le città del Nord costano un centinaio di euro e impiegano un'oretta. Possibile che gli Italiani, popolo di santi, poeti e soprattutto navigatori, che d'estate si fiondano in mezzo mondo e d'inverno popolano le Maldive, la Thailandia e i quattro angoli del pianeta, avvertano come irraggiungibile l'Italia a sud di Eboli? E' davvero valido l'alibi di chi dice di sentirsi privato di un capolavoro italiano (solo perché pescato in Italia, ammettiamolo) perché si decide di custodirlo vicino al luogo di rinvenimento, e poi magari visita gli Stati Uniti in una settimana, il Messico in cinque giorni, e la Turchia in quattro, con soggiorno a Istanbul, fuga di un giorno a Pamukkale (1200 km a/r) e fuga di massimo due per vedere la Cappadocia in mongolfiera (1500 km a/r, la metà su superstrada)?

Forse il veto al trasferimento dei Bronzi non è un danno, ma un'occasione: forse vale davvero la pena, visto il richiamo dei due capolavori, di pianificare qualche giorno in Calabria, e scoprire che in quel Museo così vuoto, o davanti alla stupenda Cattolica di Stilo, ai resti sul mare dell'antica Kaulonia, e all'infinità di siti, grandi e piccoli, di quella terra che ha attratto i Greci colonizzatori, e che ha vissuto decine di dominazioni nel corso dei secoli, si può provare davvero un'emozione unica. E sentirsi orgogliosi di un Paese che, da un estremo all'altro, contiene la più alta concentrazione di tesori prodotti dall'umanità.
Posto che la cattolica di stilo, l'ultima volta che sono andato, era in condizioni pessime.
Appurato che la gente che spende 100 euro per arrivare in volo a reggio, deve affittare la macchina per andare in qualsiasi altro posto che non sia scilla.

questo articolo si può riassumere come:"non esistono più le mezze stagioni, e la colpa è del governo ladro che fa piovere e dei giovani senza valori".

Oppure, più sinteticamente, con "bla".
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sostituirei "bla" con "bleah" suonatore...un articolo dove non c'è nulla di costruttivo ma la solita solfa
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quale sarebbe l'articolo costruttivo? Scrivere che la regione Calabria non finanzia il trasporto locale, si smantella la ferrovia e il Comune è commissariato?

anche questa è la solita solfa purtroppo
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chicugino ha scritto:quale sarebbe l'articolo costruttivo? Scrivere che la regione Calabria non finanzia il trasporto locale, si smantella la ferrovia e il Comune è commissariato?

anche questa è la solita solfa purtroppo
Che io sappia realtà e mistificazione non sono sinonimi.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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chicugino ha scritto:quale sarebbe l'articolo costruttivo? Scrivere che la regione Calabria non finanzia il trasporto locale, si smantella la ferrovia e il Comune è commissariato?

anche questa è la solita solfa purtroppo
hai ragione, è la solita solfa.
Lasciamo le pagine dei giornali bianche. Senza peccato. Ma poi non lamentiamoci se non dovesse cambiare nulla. :wink
Un giornalista non dovrebbe scrivere "Abbiamo un mare che nemmeno a Torino".
Ma nemmeno "abbiamo dei trasporti pubblici che nemmeno il botswana nel medioevo".

Stessa solfa, stesso posto, stesso bar.
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suonatore Jones ha scritto:
chicugino ha scritto:quale sarebbe l'articolo costruttivo? Scrivere che la regione Calabria non finanzia il trasporto locale, si smantella la ferrovia e il Comune è commissariato?

anche questa è la solita solfa purtroppo
hai ragione, è la solita solfa.
Lasciamo le pagine dei giornali bianche. Senza peccato. Ma poi non lamentiamoci se non dovesse cambiare nulla. :wink
Un giornalista non dovrebbe scrivere "Abbiamo un mare che nemmeno a Torino".
Ma nemmeno "abbiamo dei trasporti pubblici che nemmeno il botswana nel medioevo".

Stessa solfa, stesso posto, stesso bar.
pienamente d'accordo... io non sopporto il tono da disfattismo sempre e comunque. Prendiamo le cose positive e miglioriamo sta caxxo di città in tutte le sue componenti. A cominciare con l elezione del sindaco
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chicugino ha scritto: Forse il veto al trasferimento dei Bronzi non è un danno, ma un'occasione
io partirei da qui
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http://www.strettoweb.com/2014/11/sgarb ... ia/211655/

E' un poveretto... meno male che l'ha presa in saccoccia lui e tutta la lega nord...

un solo grido si leva da Reggio "Sgarbi SUCA".... e ricordati che la definizione di Italia è nata per la provincia di Reggio capito capra?
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chicugino ha scritto:"Sgarbi SUCA"....
ma forte però.... comunque è un buffone, era sindaco a salemi, vedeva la libia e parla pure.
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http://www.milanotoday.it/politica/sgar ... a-rom.html

simpaticissimo

e c'è chi era d'accordo a darli in prestito a sti razzisti imbecilli....
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chicugino ha scritto:http://www.milanotoday.it/politica/sgar ... a-rom.html

simpaticissimo

e c'è chi era d'accordo a darli in prestito a sti razzisti imbecilli....
una rondine non fa primavera.
Oppure, per dirla come si dice a reggio "non siamo tutti così".
La figura del razzista la fa chi pensa di poter approssimare il carattere di un popolo prendendo come esempio gli individui peggiori.
Tipo chi prende Sgarbi o Maroni come esempio della gente del nord.
Capisco che sia facile, ma è altrettanto disonesto intellettualmente: ricordo che su questo forum "reggio non è calabria nè sicilia", le altre città della calabria fanno schifo rispetto a Reggio, i cosentini sono "pecorari", i messinesi "buddaci", i gay "pervertiti", i provinciali "cardoli" la gente del nord "razzista e inospitale". E tante altre chicche su Napoli, le città del centro-nord e il lavoro che è meglio non ricordare.

oppure, hai sbagliato a linkare il video. Io vedo un video di un minuto in cui parla solo sgarbi e maroni lo interrompe. Forse tu volevi linkare uno con le dichiarazioni di tutti i nati e i residenti sopra il tevere.
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